Legga alla faccia 245, versi 13(399), dove egli registra mezo un mio periodo, che contiene una proposizione la quale io confuto nel resto del periodo, il quale ella potrà leggere nel cap. precedente, alla faccia 237, versi 32(400).
Devo.mo e Oblig.mo Se.reGalileo Galilei.
3985**.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 24 marzo 1640.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 189. - Autografi l'indirizzo interno e la sottoscrizione.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Le mie occupationi, et, a confessar la verità, un poco di negligenza, m'ha fatto ritardar tanto a scrivere a V. S. molto Ill.re et Ecc.ma Vi ha havuto parte anco il desiderio di vedere prima ciò c'ha potuto scrivere contro di lei il Sig.r Licetti in questo suo libro(401), il quale è stato ricevuto con tanto grido, che, stampato in Udene, non ve n'è nessuno che habbi potuto trovare in Venetia. Ho fatto scrivere a Udene per haverlo, et non l'ho ancora. Quel Signore era solito mandar alle stampe ogni mese un volume, di modo che havendo voluto stampar l'indice di tante sue opere, è riuscito per un volume. Lo leggerò quando mi capiti, et ne dirò a V. S. il mio parere; ma io non so già far concetto, che cosa filosoficamente habbi potuto dire. So bene di certo che molti li quali si prendono assonto di scrivere contra le divine sue specolationi, confidati nell'indispositioni sue che non li possa fare la debita ammonitione, altro però non conseguiscon se non quello ch'è in proverbio, che per acquistarsi loda bisogna diventar temerario et torla con li grandi.
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