È venuto a Roma per visitare limina Apostolorum in nome del Vescovo di Cracovia. Però la supplico a riceverlo come uno dei più devoti ingegni della sua dottrina che io habbia mai conosciuti. E non occorrendomi altro, li do nuova che mi ritrovo in Roma, sano e consolatissimo del mio stato, assai quieto nella volontà di Dio, come desidero di V. S. molto Ill.re, alla quale fo riverenza.
Di Roma, il p.o di Maggio 1640.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
Devotiss.o ed Oblig.mo Ser.re e Discepolo
Don Bened.o Castelli.
4001.
BONAVENTURA CAVALIERI a GALILEO in Arcetri.
Bologna, 1° maggio 1640.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 197. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Ricevo grandissima consolatione dalla gratissima sua, sì per intendere come ella va passando con qualche alleviamento la sua deplorabile cecità, mentre ha in sua compagnia giovane così studioso com'ella mi significa(439), sì anco per vedere con quanto affetto ella mi continua il suo amore, invitandomi con tanta cortesia a rigodere la sua dolcissima conversatione, del che la ringratio quanto so e posso. Io però sono in stato così cattivo, che non ardisco dire di sì di venirla a vedere; ma non lo nego nè anche assolutamente, se potrò ottenere qualche tregua da' miei continui dolori. Questi mi distolgono affatto da tutte le specolationi di qualche sottigliezza, conoscendo la notabile offesa ch'io ne ricevo; e però non si maravigli se non li ho scritto cosa alcuna in materia de' problemi(440) mandatimi da Parigi dal Sig.r Giovanni de Beuugrand, poichè, conoscendoli alla prima per molto difficili, non ardii d'internarmici maggiormente, massime essendo stato quasi sempre con qualche dolore, et anco occupato nella publica lettura.
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