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      Riverisco però V. S. con tutta l'anima, assicurandola che mi spiace infinitamente d'andar sì lontano prima d'haver potuto servirla in alcuna cosa, come ho sempre havuto estremo desiderio; e se mia fortuna vuole che io di colà possa in qualche modo soddisfare a questa mia brama, potrà V. S. conoscere che non merito d'esser annoverato per l'ultimo de' suoi servitori più divoti. Non dico di più, perchè il tempo mi manca; per ciò riverentemente le bacio le mani, e le auguro ogni meritata felicità.
     
      Genova, 2 di Maggio 1640.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevotiss.o ed Obblig.mo Ser.re
      Daniele Spinola.
     
     
     
      4004.
     
      BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 5 maggio 1640.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 164. - Autografa.
     
      Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
     
      Haverà a quest'hora V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma riceute due altre mie, una per l'ordinario e l'altra per mano di un signore Pollacco(445), col quale ho trattato diverse volte qui in Roma, e mi è riuscito un huomo di garbo e sopra tutto inamoratissimo del merito e valore di V. S.; e mi creda che quanto ho scritto di lui è verissimo: so che haverà riceuto e dato gusto a V. S.
      Quanto poi al particolare del stato del Sig.r Peri, mi dispiace assai; ed in occorrenza di quella vacanza, non li posso dire altro intorno a quel sogetto del quale li parlai, se non che hora si trova lettore delle matematiche nello Studio di Messina, havendo ottenuta quella catedra a concorrenza di soggetti principali Giesuiti. Io credo però che lasciarà quella lezzione per quella di Pisa; e se V. S. comanda che io li scriva per sentire il suo senso, lo farò. Si chiama Giovanni Alfonso Borelli, di grandissimo ingegno, studiosissimo e tutto tutto nostri ordinis; e son sicuro che si farebbe honore.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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