Di Genova, li 18 di Maggio 1640.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Dev.mo et Obl.mo Ser.reD. Vincenzo Renieri.
4008.
GALILEO a [FRANCESCO RINUCCINI in Venezia].
Arcetri, 19 maggio 1640.
Bibl. Naz. Fir. Banco rari. Armadio 9, Cartella 5. 33. - Originale, di mano di MARCO AMBROGETTI.
Ill.mo Sig.re e P.ron mio Col.mo
Vo continuamente meco medesimo meditando, quale sia in me maggior mancamento, o il contenermi in silenzio continuo con V. S. Ill.ma, o lo scriverli senza esequire il desiderio che ella già mi accennò, di mandarli quei motivi che mi fanno anteporre l'uno all'altro de i due poeti eroici. Vorrei ubbidirla e servirla; e talvolta mi riuscirebbe impresa fattibile, se non mi fusse, non so come, uscito di mano un libro del Tasso, nel quale avendo fatto di carta in carta delle stampate interporre una bianca(454), avevo nel corso di molti mesi, e direi anco di qualche anno, notati tutti i riscontri de i concetti comunemente da gl'autori trattati, soggiungendo i motivi i quali mi facevono anteporre l'uno all'altro, i quali per la parte dell'Ariosto erono molti più in numero et assai più gagliardi. Parendomi, per esempio, che la fuga di Angelica fusse più vaga e più riccamente dipinta che quella di Erminia; che Rodomonte in Parigi senza misura avanzasse Rinaldo in Ierusalem; che tra la discordia nata nel campo di Agramante e l'altra nel campo di Goffredo ci sia quella proporzione che è tra l'immenso e 'l minimo; che l'amore di Tancredi verso Clorinda, o ver tra esso et Erminia, sia sterilissima cosuccia in proporzione all'amore di Ruggiero e Bradamante, adornato di tutti i grandi avenimenti che tra due nobili amanti accader sogliono, cioè d'imprese eroiche e grandi, scambievolmente tra loro trapassate.
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