Per hora le rendo pienissime gratie di tanto favore; e supplicandola a non lasciare otiosa la mia servitù, con tutta l'efficacia del mio spirito la riverisco.
Venetia, 26 Maggio 1640.
Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.maSig.r Galileo Galilei.
Obb.mo e Vero Ser.reFran.co Rinuccini.
4015*.
CESARE MONTI a GALILEO [in Arcetri].
Livorno, 30 maggio 1640.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 170. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r et P.rn Oss.mo
L'infinita sua gentileza, qual sempre ha partorito copiosissimi frutti di dovutoli honori per il supremo dono concessoli dalla natura, conponendo in lei una perfettissima archa di scientie, come da me per fama certissima si crede; l'istessa non derrogando al suo principio e mezo, ma seguendo il cammino verso il fine, non mancha in quello di siggillare il colmo delle gratie e favori: poi che molto ben conoscho quanto ciò sia il vero, intendendo dal Sig.r Ipolito Francini, mio cogniato, un tanto honore che dal Cielo mi vien concesso per mezo della sua gentileza, con la resolutione che ha fatta di ricevere il mio pargoletto figliuolo(467) senza oblighi nè dovutali servitù; siggillo veramente di perfettissima qualità, per il che non posso nè so come rendergliene il guidardone; ma, confidato nel Motore di essa, non mancherò, per quanto potranno le mia forze, di preghare il Fattore di quella, che, conservando lunghamente in lei l'individuo, separandolo poi lo restituischa nel suo primo ente. E facendoli humilissima reverentia, la suplicho mi voglia honorare di conumerarmi nel numero de' suoi humilissimi servi; e baciandoli le mani, salutandola, mi li racomando di tutto cuore.
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