Ma perchè si compiace di tralasciar quella disputa, me ne rimetto anch'io al giuditio degl'intendenti, anzi a quello di V. S. dichiaratomi in una sua pochi mesi sono(481), che diversissimamente sente di tutte le opere mie et della dottrina in esse sparsa.
Mi è sommamente cara la libertà filosofica di che si serve meco, la quale anch'io mi sono ingegnato di sempre abbracciare. Se poi nelle mie opere io faccio pala dell'autorità di infiniti scrittori per confermare le mie opinioni, o pure di fondamenti dedotti dalla natura delle cose et dalla autorità di un solo, Aristotele, et talhora di Platone, me ne rimetto a chi con occhi proprii le vede et con propria mano scrive li suoi sentimenti.
Starò attendendo le sue risposte per profittarmene; ma non vorrei che li suoi buoni termini, sino a qui meco usati dalla sua modestia et cortesia, fussero, colpa d'altri di cui è necessitata di servirsi, alterati punto. Con qual fine la riverisco di tutto cuore al solito, et le prego quanto desidera.
Pad.a, 8 Giugno 1640.
Di V. S. molt'Ill.e et Ecc.maDevot.mo et Oblig.mo Se.re
Fortunio Liceti.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo S.or P.ron Oss.moIl S.or Galileo Galilei.
F.ca per Ven.aFiorenza.
4020*.
VINCENZO RENIERI a [GALILEO in Arcetri].
Genova, 8 giugno 1640.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVI, n.° 126. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo mio Sig.r P.ron Col.mo
Quest'ordinario non ho havute lettere di V. S. Ecc.ma; scrivo per ogni modo per darle nuova della mia salute, con essermi liberato dalla distillazione del cattarro che mi tormentava.
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Aristotele Platone Giugno Oblig Liceti Galileo Galilei Ven Arcetri Modena Campori
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