Io per me questo glorioso tittolo amichevolmente invidio al Sig.r Alessandro Marsilii, il cui perspicacissimo ingegno e prudentissimo giuditio conobbi fin da' primi anni della nostra giovinezza, che passai con la sua nobilissima conversatione in Siena. E sicome penso di sodisfare alla giustitia et alla semplice verità, mentre a tutte le occasioni predico V. S. Ecc.ma per il maggior filosofo che doppo tanti secoli habbia prodotto l'Europa e che si ritrovi a i nostri giorni al mondo, così riputerei mia singolar fortuna se io meritassi già mai d'essere annoverato tra' minimi suoi discepoli, ed incontrassi occasione di palesar l'animo mio ossequioso all'incomparablle suo merito con poterla servire. Ma perchè l'uno depende in gran parte da me medesimo, io cercarò d'affaticarmi in studiar le sue opre; l'altro perchè non posso sperare che dal favore de' suoi commandamenti, di questi supplico la sua benignità ad essermi liberale dispensatrice, mentre l'esibisco ogni mio potere, e con tutto l'animo in fine di questa la riverisco, com'anche fa l'istesso P. Bonaventura.
Di Bolog.a, 19 Giugno 1640.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Devot.mo Ser.reD. Gioseppe Costanzi, Abb.e e Met.co P.o
4023.
GALILEO a BENEDETTO GUERRINI [in Firenze].
Arcetri, 22 giugno 1640.
Pinacoteca Borromeo in Milano. Cartella n. 9, Letturino n. 3, sotto il n. 15. - Di mano di Vincenzio Viviani
Molto Ill.re Sig.re et P.ron mio Osserv.mo
L'ultima lettera del Reverend.mo P. Ab. Castelli mi è stata di gran consolazione, sentendo io che il suo ritorno qua non è disperato, come io veramente temevo; e tanto maggiore sarà il mio contento, se mi sortirà di potere ancora godere qualche tempo della sua onorata e gratissima conversazione.
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