Voglio che V. S. Eccellentiss. sappia che io havevo veduto altre sue opere, et in particolare le controversie col N.(499), et in tutte havevo ammirato la somma sua erudizione e la felicità di memoria nel ritenere e prontamente servirsi di quanto si trovasse scritto da tutti li antichi scrittori e moderni; e perciò, nel ringratiarla dei favori fattimi in mandarmi tali opere, aggiunsi quelle lodi che mi pareva e tuttavia mi pare convenirsegli.
Il libro suo(500) De cometis et novis astris(501) non pervenne in mano a me, ma del S.or Mario Guiducci, il quale non so per qual cagione se lo habbia ritenuto senza conferirmelo, sino a che mi è pervenuto il libro De lapide Bononiensi; nel quale incontrando il capitolo Lo, dove ella impugna la mia oppinione della luce secondaria della luna, e ragionando di ciò col detto Signore, mi disse havere ella scritto in contradizione a moltissime altre mie oppinioni, come nel libro De cometis havrei potuto sentire; per ciò fattomelo dare, ho veramente sentito quanto ella ampiamente impugna ogni mio detto. Esaminando poi la forza delle sue instanze, ho finalmente veduto come elle non concludono con tanta forza contro a niuna delle mie posizioni, che le risposte e soluzioni non siano assai facili etc.
Quanto al mio pensiero e proponimento di trattar sempre con lei con ogni dovuto rispetto e civiltà, non ne metta dubbio, imperochè questo sarebbe un contravenire a quello che io internamente ho fermato concetto della sua gran dottrina e somma erudizione: la quale mi fa estremamente meravigliare come, vedendo ella minutamente i pensieri scritti da mille autori, li sia avanzato tempo di poter con tanto grande attenzione speculare sopra le sue proprie invenzioni, le quali mi pare che abbraccino tutte le scibili e disputabili questioni.
| |
S. Eccellentiss Mario Guiducci Bononiensi
|