Si potrà ridurre a memoria che lei ancora nelle opere sue stampate ha disputato con altri, e talhora senza intentione o fine di accusar alcuno, ma di rintracciare la verità, la quale non di rado scintilla dalle contradittioni de' filosofanti.
Che V. S. non faccia stima dell'applauso popolare in quelle arti e scienze che per la loro difficoltà sono da pochi ben comprese e capite, mi riesce un detto degno dell'altezza della sua mente, che sdegna il volgo et apprezza solamente il giuditio de' pochi più saggi; quali chi siano, lasserò giudicare a gl'intendenti.
Il proponimento che fa di trattar meco con civiltà è degno della sua nascita, dottrina et antica nostra amicitia; la quale non deve essere violata, se bene toto coelo dissentiamo nelle positioni filosofiche. Attendiamo pure ad investigar l'occulta verità, disputando nobilmente con libertà filosofica, proponendo le nostre ragioni schiette, semplici et nude, con lasciare il giuditio ad altri disinteressati se siano vere o false, sode o fievoli, gravi o leggiere, non essendo giusto nè dicevole il lodare le cose proprie et biasimare con parole di sprezzo quelle dell'antagonista; et isfuggiamo d'imitar coloro che terminano le loro dispute in sozze contese, cotanto biasimati da Platone nel Gorgia, a che non si deve pervenir mai, se non tirati pe' capegli, come dir si suole, per detto dello stesso.
Nel resto mi trattenirò questi pochi mesi della state la maggior parte in Padova et qualche poco in Venetia, dove mi sarà gratia che mi porga occasione di porterla servire, il che farò con ogni affetto.
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Platone Gorgia Padova Venetia
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