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      N. S. la prosperi, che per fin di questa le faccio molta riverenza.
     
      Pad.a, 13 7mbre 1640.
      Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.maDevot.mo et Oblig.mo Se.re
      Fortunio Liceti.
     
     
     
      4054.
     
      GALILEO a FORTUNIO LICETI [in Padova].
      Arcetri, 15 settembre 1640.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 1, car. 145-146. - Copia della mano giovanile di VINCENZIO VIVIANI, di pugno del quale si legge, sul margine superiore del primo foglio, a sinistra: "Copia", e in calce del secondo foglio: "Copia di una mia, in risposta a una del Liceti delli 7 di 7bre 1[640]". Nell'opera del LICETI, De lunae subobscura luce ecc. (citata nell'informazione del n.° 4044) si leggono, a pag. 164, le lin. 57-70, da Non repugna a altri, e a pag. 339 le lin. 82-87, da Quanto a luce. Appiè di pagina abbiamo notato, con la lettera L, le varianti che in questi brani presenta la stampa LICETI, mentre abbiamo distinto con la lettera V le grafie e gli errori che nella copia manoscritta sono da considerare con tutta verisimiglianza come lapsus calami del giovinetto VIVIANI (cfr. la citata informazione del n.° 4044).
     
      Molto Ill.re et Eccl.mo Sig.r et P.ron Osse.mo
     
      La gratissima di V. S. molto Ill.re et Eccel.ma delli 7 stante(608), piena di termini cortesi et affettuosissimi, mi è stata resa questo giorno; e non havendo io altro tempo di risponderli fuorchè poche ore che restano sino a notte, per non differire la risposta una settimana più in là, cerco di satisfare a questo obligo benchè succintamente, ma però con pure e semplici parole.
      A quello che V. S. Eccell.ma insieme meco grandemente desidera, cioè che in dispute di scienze si osservino quei più cortesi e modesti termini che in materia sì veneranda, quale è la sacra filosofia, si convengono, li do parola di non mi separare pure un dito dal suo ingenuo et onorato stile: per il che fare userò li stessi titoli, attributi et encomii di onorevolezza verso la persona sua, che ella verso di me ha humanamente adoperati, benchè molto più a lei che a me, e molto più eccellenti, si converrebbero; ma la sua singolar cortesia non me ne ha lasciati di potere usarne maggiori.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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