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      Il Sig.r Filosofo ancora con segni di molto ossequio la riverisce, e mi dice ch'egli non per altro ha intrapreso e continua con lei questa disputa, che per sottilizzare e chiarificare questa così oscura luce della luna, e per insegnare agli altri come si disputi tra i filosofi e letterati. Nel qual particolare, se potessi parlar in voce con V. S. Ecc.ma, le direi di belle cose di quel che segue e si dice in queste parti, ma non ardisco metterle in carta; seben nel fine dell'ultima mia lettera mi ricordo che me ne scappò una, che veramente vorrei haverla ritenuta; e però supplico adesso quell'amorevole affetto, ch'ella per sua grazia mi compartisce, a farla stracciare et abbruciare per ogni buon rispetto. Le dirò bene, come havendomi egli stesso favorito della lettera di V. S. Ecc.ma, io subito la copiai, e con nuovo sommo piacere rilessi, riconsiderai e riammirai.
      Nel parlar poi una volta con S. Sig.ria Ecc.ma di quel lume che vicino alla congiunzione si vede maggiore nel dintorno del disco lunare, io gli dissi che a me pareva ch'egli non fusse parte di quello del qual si disputa, ma che fusse una parte dello splender primario de' raggi solari, o pure uno sbattimento di quegli nel corpo stesso della luna, essendo quello un lume di color pieno e quasi aureo, non argenteo e tenue come è il reflesso dalla terra; tanto più che io pensavo che, per essere il corpo luminoso del sole tanto maggiore di quel della luna illuminato, venisse però ad illuminarne più della metà di quella, onde non sia maraviglia se da noi(630) si vegga quel sottilissimo cerchio di lume primario ancora dall'altra banda opposta alla falce luminosa, e così d'ogn'intorno; dove si vede tal lume tutto d'una medesima sorte e qualità di luce e di colore, e molto diverso da quel candore che in tutto 'l resto del disco interiore ugualmente si scorge.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





Filosofo S. Sig