Onde io, reputando a mia somma gloria che il mondo senta una testimonianza dell'esser io in buon grado di grazia di un tanto Principe, e stimando che il medesimo possa accadere a V. S. Eccellentiss., ho risoluto di ritornare in su la prima maniera di scrivere all'A. S., ma con tessitura alquanto più ampia per la interposizione di varie mie considerazioncelle, le quali daranno anco a lei più largo campo di arrecare altre sottili speculazioni, temperando io appresso ogni minima ombra di amarezza, spargendovi sempre parole di dolcezza e soavità. Compiacciasi in tanto di condonare questa mia proroga, che pur sarà breve, alla miseria mia, che mi necessita valermi delli occhi e della penna di amico: e confermandogli il mio reverente affetto, gli bacio le mani e li prego felicità.
Di Arcetri, li 27 Ottobre 1640.
Di V. S. molto Ill. et Ecc.
Affett. et Oblig. Serv.
Galileo Galilei.
4072*.
FORTUNIO LICETI a [GALILEO in Arcetri].
Bologna, 30 ottobre 1640.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXVIII, n.° 135. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.r Oss.mo
Io sento molto gusto che V. S. Ecc.ma habbia ricevuto li due miei libretti ultimamente mandatigli(649), e che, fattisegli leggere, non siano dal suo finissimo giuditio stimati inutili e sprezzabili: le rendo molte gratie dell'honore che mi fa nel darmene così buona testimonianza.
Sto con desiderio grandissimo attendendo la sua nuova lettera riformata del candor della luna; e sento gran contento che 'l Ser.mo Leopoldo si degni di honorare col suo nome glorioso questa nostra disputa di materia così nobile et altretanto difficile quanto sublime.
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