Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 199. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo mio Sig.r e P.ron Col.mo
Non poco dovrò stimar per l'avvenire quella mia composizione che le inviai(685), mentre sento esserle stata così gradita, se però l'affetto non l'ha fatta errare nel giudizio. Non penso di stamparla per hora, ma la riserbo a dar fuora con alcun'altre orazioni, fatte in diverse occorrenze, le quali spero di metter insieme quest'inverno; tratanto, acciochè V. S. Ecc.ma possa mandarla a Venezia, dove pur havrei caro di farla vedere, cercherò di farne io un'altra copia e manderolla più presto ch'io possa: ed anco andrò mettendo all'ordine l'effemeridi delle Medicee per l'anno futuro.
Di sanità, per grazia di Dio, sto assai bene: mi travaglia però anco un poco la vigilia della notte, segno che questi benedetti ippocondrii non sono ancor quietati. Ho preso casa, e condotto con esso meco mio fratello Gio. Battista, che bacia humilissimamente le mani a V. S. Ecc.ma; e sin hora, per accommodarmi e nel viaggio, ho speso 180 scudi: pensi V. S. Ecc.ma s'io posso vivere col salario destinatomi. La scuola poi camina assai bene, particolarmente in Sapienza, dove sino ad hora continua l'auditorio; in casa poi, al ponte del'asino ne ho smarrito qualcheduno; spero bene d'haver più concorrenza al principio dell'anno, nell'incominciar a legger la Sfera, essendone da molti richiesto. De' sogetti che ascoltino ve n'è qualch'uno che farebbe passata, ma la poca voglia di studiare non li lascierà sollevarsi; ed alcuni che vorrebono e fanno ogni sforzo, hanno il capo che li pesa.
| |
Venezia Medicee Dio Sapienza Sfera
|