Non occorreva che V. S. Ecc.ma mi mandasse la lettera dell'Ill.mo S.r Senator Soldani(687), per assicurarmi che la tardanza di mandarmi la sua lettera riformata non venisse dalla sua negligenza, massime, come mi dice, che ha in essa poche cose, e di poco momento, alterate dalle poste nella sua prima, mesi fa inviatami, poichè la sua peritia sopraordinaria nelle cose matematiche tiene bisogno di poco tempo nello sciogliere difficoltà grandissime, non che queste mie poche ragioni che altre volte mi scrisse essere di facilissima solutione, per ciò che anco alla semplice sua attestatione io do amplissima et indubitata fede: con tutto che altri potesse dubitare, non essere stato necessario il(688) mandare tutta la lettera a considerare a quell'A. S., ma solamente il proemio, posciachè anco l'Ill.mo S.r Soldani scrive che 'l S.mo Principe non era per censurarla, ma per rigustarla et ammirarla iteratamente e ricevere nuovo piacere di quello vi ha aggiunto, et questo si poteva fare nel leggerla stampata. Io però voglio in tutto sodisfare al gusto di V. S.
Quanto al rispondere a quella parte della lettera del S.r Gassendo che tratta della stessa materia(689), di già l'ho fatto; nè mi manca altro che di fare la risposta a quelle cose che V. S. haverà alterate et aggiunte, per dar compimento a questa mia fattura: nella quale, se bene io sarò l'addottrinato da due sì grand'huomini, non mi mancherà l'honore d'esser entrato in arringo con essoloro.
Col seguente ordinario spero di mandarle gli esemplari di due o tre mie operette, nuovamente publicate: fra tanto mi conservi la sua grazia.
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Senator Soldani Soldani Principe Gassendo
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