Or vegga V. S. qual fede si deve prestare sopra alla diligenza di tali astronomiche osservazioni. Ma dell'essersene osservati alcuni di tali fenomeni altissimi e forse tra le stelle fisse, il mantenere essi la medesima vicinanza ad una fissa lor prossima in tutto il lor tempo ce ne rende più che sicuri. Ma di questo non è tempo di discorrerne a lungo al presente; concluderò solamente, che havendo V. S. Eccel.ma per suo scopo il voler mantenere per vero ogni detto di Aristotele, e sostenere che le esperienze non mostrino cosa alcuna che ad Aristotele sia stata incognita, ella fa quello che molti altri Peripatetici insieme forse far non potrebbero; e quando la filosofia fosse quella che ne i libri di Aristotele è contenuta, V. S. per mio parere sarebbe il maggior filosofo del mondo, tanto mi par che ella habbia alle mani et in pronto tutti i luoghi di quello. Ma io veramente stimo, il libro della filosofia esser quello che perpetuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi; ma perchè è scritto in caratteri diversi da quelli del nostro alfabeto, non può esser da tutti letto: e sono i caratteri di tal libro triangoli, quadrati, cerchi, sfere, coni, piramidi et altre figure matematiche, attissime per tal lettura.
Riceverà con questa la mia lettera riformata, se bene, quanto alla dottrina, poco o niente alterata dall'altra(729) che già le mandai. Di questa ne disponga a suo beneplacito; e risolvendosi a rispondergli e stamparla, sarà necessario che ella faccia aggiugnervi innanzi copia del capitolo L°(730), del quale io non noto se non le prime parole di ciascuna delle sue obiezioni.
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S. Eccel Aristotele Aristotele Peripatetici Aristotele
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