Dal Ser.mo Padrone sono stato cortesissimamente ricevuto più volte. Che è quanto posso darle di nuovo; e le bacio affettuosissimamente le mani.
Di Pisa, li 5 di Febraro 1641.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maObb.mo e Dev.mo Ser.re
D. Vincenzo Renieri.
4111*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 9 febbraio 1641.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 150. - Autografa la sottoscrizione.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Doveva capitare qui, con occasione di predica, il Padre Maestro Pietro Paolo Ghirardi della Nonciata, al quale havevo fatto dar ordine di sborsare a V. S. molto Ill.re et Eccell.ma quindeci piastre, che sono per la sua pensioncella, della ratta di Settembre passato(740): mi scrive che per infirmità non può venire, onde aspetterò qualche altra occasione.
Non ho più inteso altro circa la diversa opinione dell'Eccell.mo filosofo Liceti con V. S. in materia del candore della luna, ma può immaginare con che desiderio aspetto di vedere trattata questa contesa tra due sì grand'huomini. Ho scorso le tre sue opere ultimamente publicate, De regulari motu et minima parallaxi cometarum celestium(741), De natura et arte(742), et De terra unico centro motus singularum coeli partium(743), et questa terza con gran speranza di trovare nelle speculationi di così eminente intelletto qualche raggione non osservata in altri; ma infatti non ho capito cos'alcuna, in tutte queste opere, di mia aspettatione, essendo una confutatione, più tosto che altro, delle cose contro quel Signore portate dal Chiaramonte; et non so se portasse la spesa che sì grand'huomo vi perdesse tempo, là dove se havesse per impresa tolto a trattare la matteria, haveressimo da quello cose peregrine.
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