M'hanno imposto, dico, che, rappresentandoli la controversia, la supplichi, sì come faccio, di qualche mutivo; che, giuntamente con tutti questi, gli ne restarò eternamente obligato: et il dessiderio non ha altro fine che d'oppugnare Aristotele. Mentre per fine, facendole humilissima riverenza, la supplico a condonare alla curiosità il soverchio ardire.
Roma, li 16 Febraro 1641.
Di V. S. Ill.ma
Se per avventura la non si ricordasse di me, il S.r Lodovico Ridolfi o 'l S.r Marchese Corsi potrà ragguagliarla della riverenza che porto alla sua persona.
Ill.mo et Devotiss.mo Se.re Vero
Ottaviano Castelli.
4114**.
VINCENZO RENIERI a [GALILEO in Arcetri].
Pisa, 20 febbraio 1641.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 201. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo mio Sig.re e P.ron Col.mo
Aspettavo risposta d'una mia lettera scrittale già 15 giorni sono(748), ma non vedendo altra replica m'è caduto nel'animo che possa esser ita a male. Vengo adunque con questa di nuovo a salutarla e pregarla a darmi nuova dell'esser suo.
Io me la vado passando assai bene, e quantunque tal volta sia turbato dal dolor di stomaco, per ogni modo spero con un poco di purga a questa primavera liberarmene affatto.
Al Sig.re Viviani bacio la mano, e mi rallegro con esso lui che il Sig.r Alamanno suo, questo carnovale, nella comedia di Sapienza ha portato il vanto sopra tutti.
Di nuovo non ho che darli, solo che il Sig.r Auditor Fantoni(749) ha fatto spolverar le toghe a' dottori; onde adesso non si vede altro che togati, e sarebbe molto a proposito il Capitolo che fece già V. S. Ecc.ma(750) A cui per fine bacio affettuosissimamente le mani.
| |
Aristotele Febraro Lodovico Ridolfi Marchese Corsi Devotiss Vero Castelli Arcetri Viviani Alamanno Sapienza Auditor Fantoni Capitolo
|