Intanto io supplico humilmente V. S. Ecc.ma a voler restar servita di permettere che io mi possa gloriare del titolo di suo servo: la rendo certa che quanto io cedo al Magiotti e Nardi nel merito dell'ingegno, altretanto gl'eccedo nel pregio di reverir con infinita stima il famoso nome del Galileo, nome benemerito dell'universo e consecrato all'eternità.
Stimo imprudenza il consegnar lettera più longa in mano d'uno orator tanto eloquente quanto è il P. Reverendissimo. Egli supplirà nel rappresentare i sensi della mia devotione a V. S. Ecc.ma, e scuserà appresso di lei non solo la povertà delle materie del libretto, ma anco l'oscurità, lo stile e gl'errori innumerabili, che particolarmente saranno nella seconda parte. Questa seconda parte non è copiata, ma scritta per la prima volta con molta fretta così come egli la porta, senza che nè anco sia stata riletta. Et humilmente me le dedico e la reverisco.
Di Roma, 15 Marzo 1641.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maHum.mo e Dev.mo Servo
Evangelista Torricelli.
4120*.
ANTONIO NARDI a GALILEO [in Arcetri].
Roma, 16 marzo 1641.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta, Campori. Autografi, B.a LXXXII, n.° 7. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Singol.mo
Con l'occasione che il P. R.mo Abbate Castelli viene a cotesta volta, non mancherò di riverir V. S. E.ma con le presenti, testimonio della viva memoria da me conservata del merito, e della commemorazione che di continuo faccio con tutti, della persona e delle opere sue, quali sono così stimate e ammirate da quelli che veramente intendono.
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