Non potrei a bastanza esprimergli il gusto che hare[i] di potere con ozio non interrotto godere de' suoi ragionamenti, tanto sollevati da i comuni femminili, anzi tali che poco più significanti et accorti potriano aspettarsi da i più periti huomini e pratichi delle cose del mondo. Duolmi che l'invito che ella mi fa non può da me esser ricevuto, non solo per le molte indisposizioni che mi tengono oppresso in questa mia gravissima età, ma perchè son ritenuto ancora in carcere per quelle cause che benissimo son note al molto Ill.re Sig.r Cavaliere, suo marito e mio Signore. Però, deposta questa speranza, facile e spedita maniera sarebbe che ella col Sig.r suo consorte venisse a star quattro giorni in questa villa d'Arcetri che tengo, e che in bellissimo sito e perfettissima aria è collocata. Io non getterò parole <...> per esortare a intraprendere quel piccolo incomodo persona che coraggiosamente e con men sicura compagnia ha scorso le centinaia e centinaia di miglia per paesi inospiti e selvaggi. Questa azzione così grande mi rende certo che ella non fuggirà di esequire questa così piccola; onde la starò attendendo. Nè mi opponga rispetto alcuno o sospetto nè timore che mi possa per ciò sopraggiugnere qualche turbulenza; perchè, in qualunque senso sia da terze persone ricevuto questo incontro e abboccamento, o sia giocondo o sia discaro, poco m'importa, essendo io assuefatto a soffrire e sostenere come leggierissimi pesi cariche molto più gravi.
Il la[tore] m'affretta la partenza; però finisco con pregarla a quanto prima darmi rispos[ta] alla presente, facendo surgere in me la speranza d'ottenere la grazia che instante[mente] domando a V. S. et al Sig.r suo consorte: et ad amendue con reverente affetto bac[io] le mani e prego intera felicità.
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Cavaliere Arcetri
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