Ottenuto questo, vorrebbe accordare con i suoi Signori e stabilire le conventioni della recognizione certa per l'invenzione, delle spese da farsi nell'esperienze e di quanto altro si pretenda da noi, con farne autentico contratto et assegnarne idonea sicurtà in Venezia; e che poi, doppo questo accordato (e non prima), ella ne favorisse di dir pienamente a me tutta l'invenzione e darmi tutte quelle istruzzioni necessarie et opportune per metterla in pratica, e che io in nome di lei la comunicassi loro e mostrassi qui il modo di praticarla: il che riuscito, come si spera, fosse subito consegnato e mandato a V. S. Ecc.ma il convenuto regalo.
Io non ho voluto mancare di scrivergliene, parendomi occasione e cosa da non tralasciarsi (così dice ancora il Sig.r Scioppio), esibendole insieme me et il mio poco talento (se però in questo ella mi giudica atto) e promettendole di servirla con quel sommo amore che porto a lei e a tutte le cose sue. Attenderò per tanto di sentirne il suo gusto, col quale conformerò sempre ancora il mio; mentre insieme col Sig.r Scioppio le fo affettuosissima reverenza e le prego da Dio vita e sanità.
Di Padova, li 28 di Giugno 1641.
Di V. S. molt'Ill. et Ecc.maDevot.mo et Oblig.mo Ser.re
Gio. Michele Pierucci.
4147.
EVANGELISTA TORRICELLI a [GALILEO in Arcetri].
Roma, 29 giugno 1641.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 272. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.re e P.ron Col.mo
Ricevo dalla gentilezza di V. S. Ecc.ma honori troppo eccessivi per mezzo delle sue lettere: confesso che sono veramente sproportionati affatto al mio merito, ma però opportuni molto al mio bisogno.
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