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      Se ne vorrà più, me ne darà l'ordine, che io di subito esequirò il suo comando, non havendo maggior gusto che nell'impiegarmi in cosa di suo servigio.
      Mi spiace della sua cecità e dell'altre sue corporali indispositioni, che dalla gravissima età le sono cagionate; ma poi che a' nostri giorni non si trova il decotto di Medea, che sarebbe molto meglio impiegato in V. S. che non fu in alcuno di coloro che si fingono coll'uso di quello ringioveniti, doverà consolarsi col sapere di havere speso gli anni suoi così bene, che presso tutto 'l mondo si è acquistata gloria che non invecchierà mai nella memoria de i posteri, e viverà sempre con titolo di dottissimo huomo e prencipe de i matematici dell'età sua. In quanto a me, procurerò di seguirla da lontano, se non con la qualità de i scritti pellegrini, al meno con la quantità, procacciandomi qualche nome tra i letterati; e qualunque io mi sia per essere presso gli huomini, sarò sempre ammiratore e tromba del suo alto sapere. Con che la riverisco di tutto cuore.
     
      Padova, 5 Luglio 1641.
      Di V. S. molt'Ill.e et Ecc.maAff.mo et Oblig.mo Se.re
      Fortunio Liceti.
     
      Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo S.or e P.ron Oss.moIl S.or Galileo Galilei.
      Fiorenza.
     
     
     
      4149*.
     
      FRANCESCO DUODO a GALILEO in Firenze.
      Venezia, 6 luglio 1641.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXIV, n.° 64. - Autografa
     
      Molto Ill.re Ecc.mo S.r
     
      Mancarei a me medemo se alcuna volta non me le ricordassi, come faccio con le presenti, pregandola volermi alcuna volta far honore de' suoi comandi, acciò conosca che lei conserva memoria di me, li quali starò attendendo con desiderio.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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