Anch'io mi terrò fortunato, se potrò assaggiare un pezzo di questa gran torta.
Ma troppo l'havrò attediato con questa lunghezza, la quale serva per ricompensa del lungo silentio. La prego dunque a scusarmi et a continuarmi la sua buona gratia, che per fine io la riverisco di tutto cuore, salutando insieme il nostro Sig.r Viviani e baciandole affettuosamente le mani.
Di Bologna, alli 20 Agosto 1641.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Ob.mo Ser.re
F. Bon.ra Cavalieri.
4160.
GIO. MICHELE PIERUCCI a [GALILEO in Arcetri].
Padova, 6 settembre 1641.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. IV, T. V, car. 24-25. - Autografa.
Molt'Ill. et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
Questi Signori nostri amici tutti ad una voce dicono che V. S. Ecc.ma usa troppa liberalità con gli stampatori, e tanto veramente pare ancor a me, perchè tutti gli altri che danno a stampar cose di qualche momento, benchè di gran lunga non arrivino alle sue, nè essi siano autori di tanto nome, non dimeno oltre alla gloria ne ricevono ancora la principal parte dell'utile che se ne cava; e questo tanto più concludiamo che doverebbe seguir con V. S. Ecc.ma, la quale hora tanto più ci pare che superi in questo ogni liberalità, quanto di più sentiamo che ella in vece di guadagno ci fa spese, e spese anco molto notabili. Gli altri ancora, com'ella sa, perchè non venga loro usurpato quel che a loro si deve per la stampa delle loro opere, si fanno far privilegi da tutti i principi, il che parimente e con maggior ragione sarebbe fatto a lei; e gli stampatori, oltre a qualche honesto guadagno che se gli conceda, hanno da haver per somma gloria che le loro stamperie venghino honorate e accreditate dall'opere e nome del primo autore del nostro secolo.
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