Intesi altresì che dall'authore, di Parigi, fu alquanto tempo fa partecipato quel suo Cursus mathematicus(860) capriccioso nel methodo, che V. S. poi mandò al P. Cavalerio. È poi venuto l'opera compita, e si vede quanto ogni giorno si vadano affinando gl'intendimenti. Questo c'è la miseria, che quando si comincia a comprendere con qualche perfessione, siamo lasciati in isola da questi sensi. Però, essendo commune, doviamo sodisfarci di quella parte quale ci viene concessa; ed è gran felicità di haver l'intelletto più purgato alla cognissione, come lei ha sortito. La grazia è sua, ma il benefizio deve esser di molti con gli suoi parti. Isocrate scrisse il Panathenaico di molto più anni.
V. S. sappia che tra gli suoi più affezzionati e partiali io non mi sodisfaccio degl'ultimi luoghi. E qui la riverisco, e cordialmente le bacio le mani.
Gen.a, 21 Sett.e 1641.
Di V. S. molto Ill.e et Ecc.maDivotiss.o et Oblig.mo Ser.re
Antonio Santini.
4166*.
GIO. BATTISTA RUSCHI a [GALILEO in Arcetri].
Pisa, 25 settembre 1641.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVII, n.° 161. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.re P.ron Col.mo
Ricevo la sua, gratissima per l'affetto con che viene accompagnata dalla sua gentilezza, ma di non pieno contento per la perseveranza delle indispositioni che m'accenna: piaccia a N. S. rimetterle a quel segno ch'io con lei desidero, e restituirla alla publica utilità et alla gloria del nostro secolo.
Prego V. S. Ecc.ma, quando il P. Francesco(861) viene a visitarla, a fare, benchè indegna, commemoratione di me; che tale stimerò per il maggior honore ch'io possa ricevere, restandone all'uno et all'altro perpetuamente obligato.
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