Di V. S. molto Rev.daDev.mo Servit.e
F. Bonaventura Cavalieri.
4175*.
BONAVENTURA CAVALIERI a GIANNANTONIO ROCCA [in Reggio].
Bologna, 1° novembre 1641.
Dalle pag. 267-268 dell'opera citata nell'informazione premessa al n.° 3053.
.... Gli do poi nuova, che mi scrive il Torricelli trovarsi di stanza dal Sig. Galileo ed aspettar in Fiorenza il Sig. Antonio Nardi, credo gentil'uomo Aretino, che ha da stampare un libro di geometria(876), nel quale pretende con modi nuovi di mostrare tutte le cose d'Archimede per via delli indivisibili, quale dice avere fatto una grandissima pratica sopra la mia Geometria(877). Così detto Torricelli è per stampare due libri de motu(878), che seguiranno la materia de motu delli secondi Dialogi del Sig. Galileo, opera quale stimo dover riuscire bellissima....
4176.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 2 novembre 1641.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 293. - Autografe le lin. 30-31 [Edizione Nazionale].
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Non posso tacere un puoco di mia invidia alli colloquii che devono passare nel triumvirato, che stimo più dell'antico romano, di V. S. molt'Ill.re et Ecc.ma, del Padre Castelli, et di quel spirito così elevato(879) di cui ella mi scrive in modo che mi fa penar nel desiderio di conoscerlo. E dove s'incontrarebbono mai tre personaggi tali? Dio fa gl'huomini, dice il proverbio, et essi si accompagnano. Godano, che è delle felicità maggiori che s'incontrino in questa vita; et mi do ben a credere che il Padre Castelli non stia su le frasi di Corte, ma che dia nel genio suo, cioè nel filosofo et nel galanthuomo.
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