Io gli scrivo una lettera(936) un poco meno rigida di quello che ci andrebbe; ma io non voglio che lui l'habbia, per diversi rispetti. La mando aperta al Cav.r(937) et disigillata, acciò mandi per lui et gne ne lassi leggere, et poi la renda a voi, et voi poi la stracciate, per diversi rispetti che non si possono dire; et avvisatemi il seguito, et in tutte le maniere fate che lui la legga et la renda: et questo vi basti. Et il manco male che ne possa seguire è di farsi tenere leggiero: ora pensate se queste sono le strade da venire innanzi. Et quando sento queste cose, mi cascano le braccia, et sono in dubbio se è bene che habbia quel grado(938) o no, perchè se viene qua farà male a me, et lui se lo fo mandare in qualche pazzo luogho, non farà male a nessuno: et crediatemi che gne ne attaccherò; et non so ancora quello mi farò.
La lettera è rigida; però fate poi, come da voi, che il Cav.r gli dia un poco d'animo, acciò non facesse qualch'altra stravaganza fratesca, perchè è bene che lui non facci cosa alcuna. Che vi serva per avviso....
Et se Fra Tommaso vi dà fastidio costà, avvisatemelo, che lo farò mandare via, che non so quello che lui si habbia ad impacciare di quelle cose che non sa. Io giudicherei bene che per diversi rispetti che passano, fusse bene che voi gli parlasse....
Vi mando la lettera del Cav.r aperta et quella di Cosimo: leggetele tutte due, poi rimettete la nizza et sigillatela, che basterà solo bagnare l'ostia. Et potrete, se vi pare, fare che il Cav.r raddolcisca il frate, come da sé, meglio che può; ma la lettera è bene che la legga.
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Cav Cav Fra Tommaso Cav Cosimo Cav
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