Che è quanto posso dire in risposta a V. S.; et di cuore le bacio la mano.
Di Pisa, a' 2 Aprile 1616.
S.r Galileo.
Aff.mo Serv.reCurzio Picchena.
Fuori: All'Ill.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Roma.
1198bis*.
CURZIO PICCHENA a GALILEO in Roma.
Firenze, 30 aprile 1616.
Raccolta Lezzi in Roma. - Autografa la sottoscrizione.
Ill.re Sig.r mio Oss.mo
Appunto volevo scriver costà per haver nuova di V. S., perchè stavo con qualche dubbio ch'ella fusse indisposta, non havendo havuto lettere sue già qualche settimana, quando appunto ne ho ricevuto una de' 23(954), dalla quale comprendo ch'ella si trovi con buona sanità, di che io mi rallegro; e se bene non ho havuto ancor tempo di legger la detta lettera a LL. AA., so nondimeno che havranno caro di sentir buone nuove di lei, perchè quella poca d'indisposizione ch'ella dice esserle sopraggiunta spero che non sarà stata cosa di rilevo.
Veggo ch'ella pensa di fermarsi in Roma fino che vi starà il Sig.r Card.le de' Medici(955); et in questo mi sovviene quel che Loro Altezze mi ricordarono una volta ch'io dovessi avvertirla, cioè che quando ella si trova intorno alla tavola del Sig.r Card.le, dove verisimilmente saranno ancora altre persone dotte, V. S. non entri a disputare di quelle materie che le hanno concitato le persecuzioni fratine. E con questo la saluto cordialissimamente e le bacio la mano.
Di Firenze, li 30 di Aprile 1616.
Di V. S. Ill.reS.r Galileo.
Aff.mo Serv.reCurzio Picchena.
Fuori: All'Ill.re Sig.r mio Osser.moIl Sig.r Galileo Galilei.
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