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      Su 'l principio quel che galleggiava pareva immoto; poi a poco a poco cominciava a muoversi verso la parte ove si muoveva il vaso. Dopo alcune circolationi l'acqua augumentava il suo movimento in tal guisa, che pareva nel mezzo abbassarsi, et inalzarsi all'estremità, talmente che parte di lei spruzzando in quella velocità di giro usciva fuor del vaso. Indi, fermato il vaso, l'acqua pur seguitava il suo moto; et avanti che l'havesse quietato, si cominciava a rigirare il vaso verso la parte contraria: per il quale movimento l'acqua, prima pareva cominciare a perdere il moto contrario, e poi cominciar a prendere quel del vaso nella stessa maniera che la prima volta. È ben vero che io non ho potuto vedere che l'acqua e 'l vaso, benchè camminino ambidue verso la medesima parte, si accordino mai con egual velocità, nè mi pare che il Padre l'affermi. Si venne poi a far l'esperienza con l'aria. Votato il vaso e fisso su 'l medesimo perno, stava sospesa ad un sottil filo una piccolissima carticella, alla quale non era quasi possibile accostarsi che il fiato della semplice respiratione non la movesse. Si avvicinò questa alla sponda del vaso, talmente però che non toccassi. Indi girandosi questo con somma velocità, io quanto a quella esperienza restai incerto che cosa si facesse l'aria; perchè la carticella non faceva altro moto che quello che li suol dare il filo mentre in sè stesso si rigira, nè mai la vidi sollevare verso quella parte ove l'aria corrente mi pare che la dovessi portare sventolando, anzi tal volta veniva a percuotere nella sponda del vaso.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





Padre