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      E sebbene quei delle Istorie di quel tempo, ed anche molti Medici scrivono, che il divino Ipocrate cacciasse la pestilenza d'Atene frequentando fuochi per tutta la Città, e ancora il non mai a bastanza lodato Galeno il medesimo facesse a Roma, a rimuover la pestilenza dell'aria; nientedimeno in questa così gran Città con le sopraddette condizioni, io non so come si potesse far questo, e massime dove sempre abbiamo mali vapori, che si alzano da così gran laghi, e da paludi; e non solo questi, ma ancora quelli, che vengono dalle valli del continente, molte volte putridi, menati però da venti di terra, che la notte si levano, e durano quasi fino a mezzo giorno, molte volte tutto il giorno, e la notte, e per più giorni continui: nè la quantità degli abitatori è sufficiente a correggerla intieramente; così ancora dove l'aria sia grossa, e che tosto riceva stemperamento di freddo, o di caldo, e lo ritenga lungo tempo; e dove non sarà agitata da venti; perciocchè ella, come l'acqua, si purifica col movimento: o che sieno i Siti in regione esposta a venti non salutiferi, come a' venti Australi, che secondo l'opinion d'Ipocrate, di Teofrasto, e di Plinio son più nocivi d'ogni altro vento; e gli Occidentali, secondo il parere d'altri Autori, non son molto buoni per la sanità dei luoghi; perciocchè per la passata ripercussione dei raggi del Sole di tutto il giorno, ridotto il Sole nella quarta d'Occidente, accresce il calore, onde i Siti rimangono senza refrigerio alcuno: oppure sieno Siti, che abbiano di contro montagne, le quali chiudano il passo ai venti salutiferi: ovvero che sieno in terreno sterile, ed in luogo deserto, dove per difetto di vitto non si possano sostentar gli abitanti, i quali non posson ricever utile alcuno dalla coltivazione del terreno: e volendo poi abitarvi sono necessitati a condurre i viveri da paesi lontani, il che costa lor caro, o è loro negato, o impedito, o rubato per via, e talvolta convien loro prenderlo non buono, ed alterato, o vien loro condotto infetto di contagione: o sieno poste in luogo, che sia nido di grandissima copia di fiere, o di animali velenosi, e mortiferi, onde non vi si possa abitare, o per la grandissima salvatichezza, difficilmente si possa addomesticare; o per esser solitario, non è senza qualche mala qualità d'aria.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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