Ed oltre a ciò si reputa errore grandissimo il servirsi di legnami tagliati in mala stagione, cioè mentre la Luna è piena, e nella Primavera, quando gli alberi son pieni d'umore, e quando sono in succhio, e disposti a germogliare; poichè siffatti legnami presto si marciscono, e generano gran copia di tarli; onde i travi cavati da essi, aggiuntovi il peso, e per se stessi si rompono. Il che non è senza gran pericolo, e senza spesa degli abitatori. Quelle materie finalmente, le quali si ricevono dalla Natura, e dall'Arte, sono le pietre lavorate, i mattoni, la calcina, e i ferramenti. Ed in tutte queste cose spesso accade l'errore: imperciocchè si erra, facendo lavorar pietre troppo tenere, come sono alcune spezie di tufo, e di macigno, che a Roma si dice Peprino, conciossiachè, oltre il non resistere al peso, non possono difendersi dal freddo, e dal ghiaccio, come si vede in Firenze nelle colonne degli Uffizj. Così ancora servendosi d'alcuna ragione di travertino poroso, il quale usato per traverso, come per architravi, e per soglie di porte, non regge alcun peso, nè sostiene il peso di se medesimo, come si vede nelle porte d'alcuni luoghi, e particolarmente in Siena in diverse fabbriche, e singolarmente nella porta della Chiesa della Madonna di Provenzano, ove si vede tutto l'Architrave. Onde il suo più conveniente uso è il farne colonne, che in questo modo resiste ad ogni gran peso. O secondo il consiglio degli Architetti, non si debbono i travertini porre in opera, tosto levati dalla cava, e lavorati, ma bisogna, che sieno cavati, e lavorati per qualche tempo avanti, acciocchè sienosi fatti più duri, e più saldi.
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