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      Si erra talora servendosi del marmo nei luoghi scoperti, come nelle facciate de' palazzi, e dei Tempj. E ciò avviene, quando le fabbriche son molto verso il vento marino, siccome è la facciata della Cattedrale di Siena, la quale, essendo esposta a tal vento, che bagnando rade, e per ogni lieve incontro riceve grandissimo danno, essendo i marmi renduti frangibili, e quasi ridotti in sale. Errano ancora gli Architetti, che non fanno diligenza d'aver mattoni fatti di buona creta, ben lavorati, ben cotti, fatti a misura uniforme; poichè i mattoni mal fatti, e mal cotti rendon la fabbrica non durevole: che per ogni umidità si marcisce; e quelli, che son troppo cotti, che si chiamano ferretti, per la somiglianza, che hanno nel colore, di pari che nella durezza alle loppe del ferro; conciossiachè, sebbene hanno durezza di pietra, nondimeno perchè son troppo torti, e collegati insieme in forma di pietre a motivo del colamento fatto dalla troppa cottura, e dal fuoco soverchio, non son buoni per lavori di fuori, come nelle facce delle muraglie, perchè non si possono porre in piano, e collegare con gli altri mattoni; ma son buoni nei riempimenti dei muri, e nei fondamenti, quando però si fanno grossi. E i mattoni non fatti a misura uniforme non son tutti eguali di grossezza, e di lunghezza, e però guastano il lavoro, non potendosi ordinare i filari in piano. Ma gli Antichi, per assicurarsi d'aver buoni mattoni per i muramenti loro, avevano ordinato, che ogni fornace segnasse i suoi mattoni col suo impronto, acciocchè si sapesse chi facesse buono, e chi cattivo lavoro, e chi migliore, onde alcuno non rimanesse ingannato, potendo fare scelta sempre del migliore.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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