Ordine veramente di molta importanza, che dovrebbe imitarsi dai moderni, e massime in Roma, ove si lavorano i mattoni di pessima condizione; talchč mi pare una mancanza troppo grande il veder negli avanzi delle fabbriche antiche i mattoni essersi mantenuti tante migliaja d'anni, e durare tuttora (onde Plinio nel Cap. 13. del Lib. 35. chiama le muraglie de' mattoni eterne, dicendo =
Gręci, pręterquam ubi e silice fieri poterat structura, parietes lateritios prętulere. Sunt enim ęterni, si ad perpendiculum fiant). E non essersi trovata giammai persona di tanto ingegno, che abbia saputo rinvenire, onde si cavasse la creta, della quale si formavano tali mattoni, e dove fossero gią le fornaci. Imperciocchč, quando questi luoghi si trovassero, Roma non avrebbe bisogno di pezzami di tufo tenero, e di sassi nel fabbricare per la mancanza di mattoni, e le muarglie sue sarebbero pił durevoli. E perchč non paja, che ciņ io asserisca di propria immaginazione, e per congettura, vi mostrerņ quģ appresso gli esempi d'alcuni segni di mattoni antichi ritratti dalle Note delle Antichitą di Roma di Celso Cittadini, uomo intendentissimo delle Antichitą, massimamante di Roma, e che č stato il primo a osservare, e a pubblicare scritti di tali materie; da' quali segni si comprendeva, di qual cava, e di qual fornace fussero.
[vedi figura01.gif]
Le spezie de' quali mattoni presso gli Antichi erano diverse, siccome si puņ ritrarre da Plinio nel Lib. 35. cap. 13. e da Vitruvio nel secondo Lib. cap. 31. = Plinio dice =
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