E finalmente i disegni non son buoni, i quali non corrispondono al desiderio di chi vuol fabbricare; e quindi procede, che le fabbriche le più volte non soddisfano. Laonde per fuggire questo inconveniente, l'Architetto dee prima procurare d'esser bene informato dell'intenzione di chi gli richiede il disegno, della grandezza, e della figura del sito: di poi dee fare un primo disegno, non determinato, ma tentativo; e se non basta questo, ne faccia degli altri, e gli conferisca con quelle persone, che vogliono fabbricare, acciocchè, se in qualche parte il disegno fosse fuor del voler loro, o vi mancasse alcuna cosa, o vi fosse alcuna cosa superflua, intesa meglio l'intenzione, e dove consista il mancamento, possa poi formare un disegno determinato, in tutto corrispondente alla volontà loro, totalmente perfetto, e che intieramente piaccia. E in tal guisa l'Architetto non erra, ed appaga chicchessia, e conserva, e accresce con sua notabile utilità la propria riputazione.
CAPO VIII.
Del provvedimento usato dagli Antichi Romani contro gli errori delle fabbriche.
Già si sono dimostrati gli errori degli Architetti, che si commettono avanti al fabbricare: e nella parte seguente si dee ragionare di quelli, che accadono nello stesso fabbricare. Ora in quest'ultimo Capitolo delle prima Parte per non lasciare indietro cosa, che possa essere di somma utilità all'insegnamento dell'Architettura, m'ingegnerò di mostrare, qual provvedimento usassero gli antichi Romani, che con l'esquisito governo loro furono mai sempre la regola del più perfetto Reggimento politico.
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