CAPO II.
Degli errori, che si fanno nei fondamenti.
Quelli errori nelle fabbriche sono di grandissimo danno, che si commettono nei fondamenti; imperciocchè portan seco la rovina di tutta la fabbrica, nè si possono senza somma difficoltà, e senza certissimo pericolo emendare. Ma non si può aver perfetta cognizione di essi, se prima non si sa, quante sieno le specie de' fondamenti. Diciamo pertanto, che i fondamenti, o si fanno in terreno asciutto, solido, e fermo: o in luogo paludoso; ovvero in acqua. O distinguendo altramente, affermiamo, che de' fondamenti altri sono naturali, e altri artificiali. E in tutte queste maniere spesse volte occorre l'errore, siccome dimostreremo.
Quando adunque si fanno i fondamenti nel terreno asciutto, e sodo, si commette notabile errore, non usandosi avanti del cavamento, ed al gittare i fondamenti quella diligenza, che si conviene in osservare i cavamenti de' pozzi, delle cisterne, e delle cantine, che sono presso al luogo delle fabbriche, e riguardando l'erbe, e gli alberi soliti nascere in terreni fermi, e sodi, come la canapicchia, cioè tignamica, la nepitella, la pimpinella, ed altre: l'olmo, il leccio, la quercia l'ulivastro, la ginestra, il ginepro, e più diverse piante spinose: ovvero se si fanno in terreni non fermi, nè stabili, come sono le specie della creta, del cretone, la terra cimolia, detta terra da purgo, le quali sentendo l'umidità a motivo di lor natura untuosa, si muovono, e scorrono, e mutan luogo: nè facendone prova, lasciando cader sopra il suolo qualche grave peso dall'alto, e osservando, se risuona, o trema: nè facendo altre sperienze, per esaminar bene la bontà del terreno per istabilirvi i fondamenti: imperciocchè, se non si fanno tutte le diligenze necessarie avanti al cavare i fondamenti, ma si procede sconsideratamente, e a caso fidandosi de' cavatori, la muraglia non riceve conveniente, e stabile posamento, e avanti che sia finita, minaccia rovina.
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