Il medesimo avviene, quando nelle mura si pongono pietre lavorate sottili, e quasi nella superficie, le quali perchè non s'incastrano nelle muraglie, facilmente cadono, se non si tengono legate con grappe di ferro. Nè però questo basta, perchè non si legano tutte, ma poche, e quelle si pongono nei filari più bassi; ma quelle, che vi si posan sopra, si fidano nella calcina, la quale tanto tiene, quanto dura di resistere al peso, ed a qualunque accidente. Si fa errore ancora, mentre nel far la muraglia i mattoni, e le pietre non si pongono bene in piano, nè si accomodano a perpendicolo, talmente che l'opera riesce storta in più parti, o pendente, uscendo della dirittura della linea del piombo; che per un grano, o per un minuto, o per un dito, che da principio esca in fuora, quanto più si alza, tanto più cresce l'inclinazione; che la quantità continua, come anche la discreta, da un piccolo aumento cresce quasi in infinito. Per la qual cosa la fabbrica diviene mal sicura, essendo aggravata da tutto il peso, che le è posto sopra. Nella seconda maniera, cioè, nel distribuir le parti delle fabbriche si può talvolta errare, o non ponendole di numero uniforme in ciascun luogo, o di numero difettoso, o superfluo, mancando nella necessità, e abbondando ove non bisogna: e non osservando l'ordine conveniente; e quando l'ordine sarà sciolto, cioè, non unito con legamento delle parti: o non disposto con una composizione di parti convenevoli; e finalmente, quando nel compartimento delle parti non si scorge grazia, nè decoro alcuno: onde nel prospetto non si mostra bellezza, nè dignità alcuna.
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