Ovvero le dette colonne non son poste nella medesima dirittura, e nella medesima linea delle contra-colonne,
[vedi figura13.gif]
come si comprenderà nella pianta esposta a carte 44.
Finalmente è notabilissimo errore, quando sopra gli ornamenti de' Templi, delle Cappelle, degli Altari, e delle Porte, in luogo di farvi i fastigj, e i frontespizj interi, accomodarvi i rotti, credendo con la rottura di dar grazia all'ornamento. Che veramente i frontespizj non sono altro, che il fastigio, e il tetto della fabbrica. E chi è quegli, che volesse rompere il tetto della propria abitazione, per dare maggior grazia all'aspetto della Casa? Certamente niuno. Nè si trovò mai, che gli Antichi usassero di fare il frontespizio rotto, ma lo formarono sempre intiero, o tondo, o angolare con due pendenze, che comunemente si suol dire a due acque, cioè, a due scolamenti d'acque, ovvero con una sola pendenza. E quando pure, secondo la licenza moderna, altri volesse rompere il frontespizio, s'incorrerebbe in uno di due inconvenienti, cioè, o facendosi la rottura corrispondente al sodo delle colonne, la parte del frontespizio verrà troppo angusta; ma facendosi tal parte maggiore del vivo delle colonne, ella uscirebbe fuori del sodo, e starebbe sospesa. E questi son due notabili difetti nati dal rompere i frontespizj. Nè perchè ne sia stato inventore Michelangiolo Buonarrotti detto il Divino, ed essendo eccellentissimo nella Scultura, nella Pittura, e nell'Architettura, mosso da necessità, si dee trasportare simigliante uso in ogni proposito, e in ogni luogo, senza necessità, e grazia alcuna: imperciocchè quello, che una volta, e per accidente è stato usato, non può, nè dee servire per regola di bene operare; che gli accidenti violentano gli Artefici a partirsi dalla rettitudine dell'arte loro; e tal violenza non forza sempre, ma qualche volta, e però non può farci regola: che la regola è sempre buona.
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