Per lo che mi maraviglio molto, che in Napoli, in quella così nobil fabbrica dello Studio, le volte delle scuole sieno state fatte di cannicci, cosa veramente disdicevole alla dignità di quella fabbrica.
CAPO IX.
Degli errori nella superfluità, e nel difetto.
La natura, che è la Maestra dell'Arte, nelle opere sue non è mai difettosa, nè superflua. Così l'Arte imitatrice sua non dee troppo abbondare, nè troppo esser manchevole. Nella stessa guisa l'Architettura, la quale imita la Natura, nelle fabbriche non dee trapassare la necessità, nè lasciare di far tutto quello, che è necessario. E però nel fabbricare alcuna volta accadono gli errori nel difetto delle cose necessarie, e nella superfluità di quelle, che non si richiedono. E gli errori nel mancamento sono di più maniere; poichè o sono nel difetto della grossezza debita delle muraglie, o dello spazio proporzionato de' luoghi, secondo la lunghezza, e secondo l'altezza: o nel mancamento di quelle parti, che rinforzano, e assicurano, i fondamenti: o nel difetto de' lumi, i quali mancando, son cagione, che i luoghi delle fabbriche si possono male usare, sì per la malinconìa, che apportano, sì ancora perchè l'aria non vi si muta, nè vi traspira: ovvero nel difetto d'alcune membra necessarie, come d'architravi, d'archi, di fregj, di cornici, di corone, cioè, di gocciolatoj, e di quelle, le quali avrebbero a essere il sostegno della fabbrica, e di quelle altre, che debbono essere il compimento, e il termine; e le altre, per le quali l'acqua piovana tutta se ne scoli al basso, acciocchè l'edifizio non sia offeso dall'umido soverchio: o consistono nel difetto delle basi.
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