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      Nè ciò si dee riputar cosa vana; imperciocchè non sono di minore importanza gli errori, che accadono finite le fabbriche, di quelli che si commettono avanti al fabbricare, e mentre si fabbrica: poichè, se quelli risguardano alla perfezione dell'opera, questi hanno riguardo al mantenimento, alla perpetuità, e all'uso di essa; poichè quando per qualche difetto le Fabbriche non si possono usare, elle sono del tutto vane, essendo prive del fine loro. Ma quando per qualche errore elle non sono durevoli, si perde l'uso, e la spesa. Onde altri è forzato a tornare a spendere di nuovo, o per ristorare, o per fortificare le muraglie, o per riedificare dai fondamenti. Il che è grandissimo danno, e travaglio d'animo insopportabile. Acciocchè adunque gli Architetti, e i padroni delle fabbriche si possano guardare da tali errori, in questa Terza, e ultima Parte c'ingegneremo di dar loro a conoscere i medesimi con quella brevità, e con quella chiarezza, che ci sarà possibile.
     
     
     
      CAPO II.
     
      Degli Errori, che avvengono nei coprimenti.
     
      Il fine di tutti gli edificj sono i coprimenti, e però gli errori, che si fanno in essi, sono errori nel fine, che non sono di minore importanza di quelli commessi nel principio: conciossiachè sono nell'ultima perfezione di qualsivoglia muraglia; poichè non si può mai giudicare perfetta l'opera, benchè condotta alla debita altezza, essendo adornata in fronte, ne' fianchi, e nelle spalle, di tutti quelli abbellimenti, che se le richieggono, non avendo il convenevole cuoprimento: nè questo può sigillare, e concludere tutta la perfezione della fabbrica, quando ella ha qualche difetto, il quale non solo cagioni deformità nell'opera, ma le sia di grandissimo danno; poichè il buon coprimento è cagione, che ogni edificio si conservi perpetuamente, dove per lo contrario il cattivo è cagione di certissima rovina: imperciocchè le male coperture non difendono bene le muraglie lasciandole in parte scoperte, onde si putrefanno le materie, si pelano le mura, s'aprono le facciate, e tutta la muraglia a poco a poco rovina.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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