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      Ma le buone coperture fortificano i fondamenti, e mantengono le mura in piedi. E queste son quelle, che non hanno difetto alcuno, e le ree son quelle, che son piene di molti difetti, nati dagli errori degli Artefici, e degli Architetti, dei quali intendiamo ragionare in questo Capitolo. Ma prima di darvi principio, bisogna esaminar le specie dei cuoprimenti, e quindi le materie di essi, e dimostrare in ciò, che consistano gli errori, che appartengono a loro. Adunque prima di tutto diciamo, che dei cuoprimenti alcuni sono al coperto, altri allo scoperto. Quei, che sono allo scoperto, son quelli, sopra i quali, per lo più, non si può camminare, e sono esposte alle pioggie, alle nevi, alle grandini, ai diacciati, e all'ardore del Sole. Quando questi cuoprimenti si fanno solamente per difendere la fabbrica dalla pioggia, e dalle altre ingiurie esterne, che gli possono cader sopra, possono ricevere qualche difetto, quando si erra circa le materie, le quali, o sono legnami, o tegole, o docce, ovvero, come si dice a Roma, coppi, dai Latini detti embrici; o lastre di pietre di Genova, dette lavagne, o lamine di bronzo, o di piombo. Si erra nella scelta de' legnami, quando si prendono le travi, gli arcali, o cavalli troppo gravi, o troppo sottili, o non atti a resistere all'umidità, o tagliati in mal punto, o mal conservati; e così anche si dee dire delle tavole, dei correnti, delle molle, e di tutti i legnami, che si adoprano nelle armadure de' tetti. Si fa errore, quando si prendono tegole, o docce mal cotte, troppo sottili, mal formate, non uniformi, nè fatte con giusta misura; poichè non possono resistere alle continue piogge, alle nevi, ai diacciati, e all'abbrugiamento del Sole; o non si possono ben porre insieme, e collegare, onde presto si rompono, e si riducono in minute scaglie, o non ricuoprono bene, o non danno buono scolo all'acqua, che piove; e se non vi si pone diligente cura, rivedendo spesso i tetti, i legnami si marciscono per le piogge, e l'umido penetra nelle mura, ne' palchi, nelle volte, e tutta la fabbrica si dispone alla rovina.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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