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      Nemmeno gli Stuccatori, e i Maestri di legname usati alle opere troppo trite, e troppo licenziose possono esser buoni per Architetti: poichè le muraglie richiedono fermezza, stabilità, saldezza, e nobiltà. Oltredichè costoro non hanno alcuna abilità, e cognizione, che degli ornamenti posticcj, che si fanno nelle superficie degli edifizj, i quali bene spesso non gli sogliono fare, senza uscire delle regole dell'Architettura, e senza qualche storpiamento, e senza qualche sproporzione, secondo i loro capriccj: poichè scostandosi dalla buona maniera Greca, e Romana, si accostano alla barbara, siccome si vede, osservando le opere fatte da loro. Ora vi restano i Pittori, i quali come puri Pittori, non sono sufficienti ad esercitare l'Architetto, non avendo altro, che la pratica del disegno, la quale, se non è regolata dalla dritta ragione dell'Architettura, non basta a bene operare. Nè par bastevole la copia dell'invenzione, mentre per la bontà delle fabbriche, e degli ornamenti, ha più bisogno delle regole, che delle invenzioni. Anzi negli ornamenti dell'Architettura le forme sono tanto determinate, che non vi è necessario, nè si possono cercare invenzioni nuove; se però alcuno non volesse prender licenza, e uscire degli ordini determinati dalla buona Architettura, per seguitare la maniera barbara, lo che si reputa errore importantissimo. Conciossiachè l'invenzione delle cose d'Architettura si può soltanto esercitare nel ritrovamento dei disegni, e dei modelli delle fabbriche, di qualche parte loro principale, o d'altre cose appartenenti ad esse, ma non mai negli ornamenti particolari del tutto, e delle parti.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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