.. Il soldato di mestiere conosce un sentimento solo, una sola legge: ubbidire! - Lo straniero calpesta la terra italiana, beve il vino italiano, stupra le fanciulle italiane, - una mano di prodi insofferenti di vergogna affronta le soldatesche d'un esoso tiranno, e pugna e muore perchè poca e male armata... il soldato italiano dall'alto dei colli (ove il padrone col più astuto gesuitismo lo ha collocato col pretesto di custodire l'onore italiano, ma in realtà per far da sgherro ai propri concittadini, ed abbandonarli soli alle mani con soldati stranieri), il soldato italiano, dico, contempla l'inegual pugna, dice d'essere commosso, ma non può dividere le glorie ed i pericoli dei fratelli, perchè al padrone vendette la propria libertà. - Esso ubbidisce! - E quando gl'Italiani giacciono affamati, egli ubbidisce al padrone che vietò loro l'ingresso del pane... Ubbidisce al padrone intercettando armi e munizioni ai militanti italiani, e quando questi, sudanti, spossati, sconfitti, sono cacciati dallo straniero, il soldato italiano ubbidisce incarcerandoli...
È pure umiliante di dover ubbidire sempre, anche quando vi ripugna alla coscienza! Sotto un governo eletto, la disciplina è non solo necessaria, ma onorevole. Non così sotto un governo imposto, ove la sorte della nascita vi dà irrevocabilmente un padrone.
Anche il volontario(4) ubbidisce; ma quando è spinto dalla causa santa del suo paese, o dall'umanità, allora l'ubbidienza è sacra!
La patria è in pericolo, umiliata, vilipesa, i volontari accorrono da ogni parte della penisola, nè un solo capace di portar le armi deve mancare.
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