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      - Il nemico è battuto, il pericolo scomparso, il volontario torna al suo focolare a lavorare al suo campo o ad attendere ad altre occupazioni che devono fruttargli la sussistenza. - Egli nelle veglie della sera racconta a' suoi cari la privazioni, i pericoli, le pugne indurate a pro' dell'Italia, e colla fronte alta dice: Io nessuno ho servito, ma il mio paese!
      Com'è bella la vita dell'uomo indipendente! E per esserlo, basta conformarsi alla propria condizione. Ma i vizj, l'amore dell'oro e delle gozzoviglie conducono l'allettato sibarita all'umiliazione, alla dipendenza ed al vituperio.
      L'Americana Nazione ha dato negli ultimi tempi un superbo esempio per il milite cittadino. Un formidabile esercito, d'oltre un milione di soldati, dopo d'aver liberata la patria, torna ai suoi focolari, ed i generali di quel brillante esercito ripigliano, senza nulla esigere, le loro antiche professioni coll'onesto guiderdone e soddisfazione dell'anima d'aver fatto il proprio dovere.
     
     
     
      CAPITOLO II.
     
      ALLE FILIGARI.
     
     
      Passiamo presto e sulla punta dei piediquel monticino di fimo e di sangue,
      che si chiama Papato.
      (GUERRAZZI).
     
      Era una sera d'autunno; sulle cime e sul pendio orientale dell'Apennino fioccava la neve. Nel cielo non si scuopriva una nube, perchè opaco plumbeo(5) e grigio dal riverbero delle argentate colline. - Il soffio temuto della Bora(6) udivasi come un lamento della sventura tra le secolari piante della foresta. E quel lamento era sovente frammischiato al rumore di passi di un cavallo che da Bologna per la strada di Firenze si dirigeva alle Filigari(7).


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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