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      O notte tetra, fredda, terribile, come eri bella! come allettante per il giovinetto che batteva la via per raggiungere un pugno di Volontari, che nell'osteria delle Filigari ebbero dal Governo Pontificio il divieto di penetrare sul territorio Romano!
      Quel giovine era Cantoni - Cantoni a quindici anni era un'uomo fatto e qual uomo fosse già lo abbiamo dipinto. - Via! Via! corsiero, il cavaliere non iscorge i tuoi fianchi insanguinati, non la bocca spumante. - Via! benchè fedele, coraggioso ed amato, egli a te non pensa. - Per la prima volta, incaricato d'importante missione, egli a te non pensa, ma compierla e sollecitamente. Soffi pure la bora e fiocchi la neve, più che dal mantello, coperto da' suoi quindici anni il cavaliere divora la via, e giunge finalmente alla porta dell'osteria delle Filigari.
      Alto!
      grida una sentinella, situata alla porta, ove un fuoco continuamente ravvivato supplivagli ai panni estivi ond'era coperto. - E quella voce dall'alto pronunziata con molta energia era tutto quanto di militare poteva discernersi in quella poco militare caserma.
      E veramente, chi gridava "alto!" colla stessa boria d'un veterano d'un principe, era vestito in borghese con pantaloni di tela, giacchetta di brunella ed un cappello di paglia. - Tuttociò componea l'uniforme, per fortuna però l'oste, che la facea da intendente generale, avevagli prestato una delle sue coperte, che serviva di mantello al volontario, cui toccava fare la guardia.
      Alto! Alto!
      urlava quel dal cappello di paglia, vedendo come colui che giungeva poco caso facesse della sua consegna.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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