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      Cadaveri! distinguetemi lo stinco del povero da quello del ricco! - il teschio del mendico, dal teschio che portò corona!
      E che sarebbe di noi, se a capo della mensa del negromante e del tiranno non sedesse la morte? Se essa non porgesse la sua testa scarna tra le pieghe indorate dei serici arazzi del gineceo e dell'harem?
      La morte! questa trasformazione della materia, è anch'essa un composto di bene e di male: picchiando alla porta del potente sovente ne mitiga la ferocia.... Ed il prete, la volpe del genere umano, col suo fantasma, cogli orrori delle sue pitture trasformò questo nostro popolo sì grande, quando disprezza la morte, in una masnada d'imbelli tremanti davanti all'infallibile ed inesorabile sua falce!
     
     
     
      CAPITOLO IV.
     
      IL GESUITA.
     
      Quell'antipatica - vostra figura,
      Desta, scusatemi, - rabbia e paura.
      (Opera Chiara di Rosemberg.)
     
      Vi sono individui che incontrati per la via, tu li schivi per paura di contaminarti, - e se per sciagura ti trovi nello stesso crocchio e seduto alla stessa mensa, la mano ti corre quasi per istinto all'elsa del pugnale per difendere la tua vita che ti sembra insidiata da cotal ceffo sinistro. - Il Gesuita! il Gesuita! altra anomalia umana per la quale si diede il nome del Cristo alla più prava, alla più schifosa delle creature - il Gesuita.
      Nella sala del banchetto, ove a splendida mensa stavano seduti i Volontari accompagnati e serviti da' migliori patriotti di Bologna, vedeansi a capo della mensa il Comandante con accanto, alla sua sinistra, Cantoni, in cui il primo avea già posto tutta la sua fiducia ed affetto.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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