Comparisce una spia, e non è difficile a sapersi in una città ove la popolazione è così concorde ed unita, s'istituisce un comitato segreto incaricato di vigilarla, ed accertarsi delle sue funzioni. Una volta certi ch'è una spia, si tira a sorte a chi tocca prender l'impegno di sbarazzarne la città. E non è di notte nè col pugnale che si castiga una spia, ma in pieno giorno, frammezzo alla popolazione, che conscia per lo più, o presentendo la sorte del colpevole, lo sfugge come cosa pestifera. Un colpo parte ed attraversa il cuore del maledetto agente della tirannide, ed il feritore mette il suo fucile in ispalla e torna a casa. Non v'è pericolo di trovare un delatore in quel popolo: esso farebbe presto la fine della spia.
CAPITOLO VII.
DA BOLOGNA A RAVENNA.
La calunnia è un venticello
(Il Barbiere.)
Masina, il bello e prode figlio di Bologna, s'era unito ai Volontari, e ne fu sino alla morte il più audace e più valoroso commilitone. Masina, fortissimo soldato della libertà, avea fatto la guerra di Spagna, giovanissimo, e vi si era distinto. Esso era uno di quelle nature per cui il mondo è angusto. Idolatra delle avventure guerriere, vi si gettava a testa bassa, e certo il suo eroico valore dovea presto vedovarne l'Italia! Masina moriva sui gradini di Villa Corsini il giorno 3 giugno 1849, nell'assalto dato dalla I. Legione Italiana e dai bersaglieri di Manara, e cadeva primo fra i primi in quell'infausta mattinata, ove con un tradimento(17) Oudinot decideva della sorte di Roma. Amato e riverito dai Bolognesi, Masina aveva proposto al Comandante dei Volontari di attaccare le truppe papaline co' suoi e il popolo.
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