Mostrarmi io al balcone in presenza di quegli indemoniati, libera nos Domine; ed un brivido, un tremore generale gl'invadeva la corpulenta carcassa da capo a piedi. Tale è la paura della pelle di questi rettili, il cui regno non è di questo mondo.
Noi ci presenteremo in nome di Sua Eminenza, diceva lo straniero a Gaudenzio. Ma questi memore ancora di quella tale bottiglia sul muso scagliatagli dalla robusta destra di Franchi, e quasi certo che lo stesso mobile d'individuo farebbe parte dei dimostranti, rispose:
Presentatevi voi, Generale, che siete assuefatto (e si voleva aggiungere e pagato), ma cambiò per paura e disse: "e distinto nell'affrontar le battaglie."
Fuori! fuoriurlavano intanto cento voci dalla folla da metter addosso la terzana. "Fuori! fuori! o entreremo noi, signore Cocolle!" Ed i fatti, seguendo le parole, una scossa tremenda si udì alla porta ed i cristalli dello stesso salone, ove stavano i tre in conferenza, volarono in mille pezzi dalle sassate che i ragazzi si deliziavano di scagliare, immensamente contenti di avere trovato l'opportunità di far chiasso e dispetto ai chercuti(22), gente esosa comunque sia ed in qualunque tempo. Vedendo che non si trattava di scherzi e che l'affare diventava serio, il Generale ed il Gesuita lasciarono il pauroso prelato e si avanzarono al balcone, aggirando guardinghi gli occhi sulla moltitudine sottostante. Il mercenario indagava nella folla se scorgeva qualche schioppo e sapeva per riputazione essere i Ravennati buoni tiratori, e certo, quando si vende l'anima per la pancia, quest'ultimo diventa oggetto d'idolatria. e non si rischia così a dos tirones(23) come direbbero i Gauci(24). Il Gaudenzio, anche lui adoratore del ventre, fece le stesse osservazioni del compagno e si rinfrancò alquanto vedendo che non c'erano armi da fuoco tra il popolo.
| |
Domine Sua Eminenza Gaudenzio Franchi Generale Cocolle Generale Gesuita Ravennati Gauci Gaudenzio
|