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      .... (voleva dire vantaggio). - "Che Eminenza, e che Santità d'Egitto" urlava Masina con con quella sua bagatella di voce: "Corpo della Madonna! Ciocchè vogliamo è che i Volontari non partano, perchè a Venezia ce n'è di troppo; ed a Costantinopoli, ove veramente volete mandarli, potete andare voi, razza di vipere!"
      No, no!
      gridava la moltitudine, ed il rumore e le ondulazioni della stessa somigliavano alla tempesta di mare.
      L'astuto prete che voleva guadagnar tempo sperando, come sempre succede tra il povero popolo, che si stancherebbe e, ripigliando la via di casa, ognuno tornerebbe alle proprie faccende.
      Ma non fu così questa volta, ed il popolo, suscitato dai Volontari, non si contentò delle melliflue parole del chercuto, e ricominciò con pietre nei cristalli e scosse furiose al portone. La guardia straniera che, schierata nel cortile, si trovava pronta a far fuoco, alla terribile scossa, temendo cadesse in frantumi il portone, e sognando già un'onda di forsennati all'assalto, inviò una scarica all'indirizzo del popolo, ed avendo alcune palle attraversato le parti più deboli del portone, vari feriti caddero al di fuori.
      Alla vista dal sangue, i Ravennati divennero energumeni, ed alcuni operai avendo portato una forte e lunga scala da muratori trovata in un cortile vicino, il popolo ed i Volontari se ne impadronirono, la puntarono contro il portone e bilanciandola per varie volte lo colpirono con tale furia che serrature, stanghe, ripari e tutto andò in un fascio nell'interno dell'atrio.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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