Gli appartamenti della Perpetua cardinalizia poi furono manomessi, frugati, rifrugati, e sconvolti da far svenire quella santa fanciulla di Sua Eminenza.
Insulti però alle donne non se ne fecero, e se qualche giovinastro un po' scapestrato si accingeva a passar la mano sulla liscia e rosea guancia dell'appetitosa favorita del prelato, i più attempati e serii dimostranti li rimproverarono aspramente.
Franchi, Masina, Cantoni anelanti e stanchi delle indagini operate per trovare il Gesuita, si disponevano a sgombrare il palazzo e ritirarsi, quando passando i tre davanti alla porta della stanza abitata dalla vecchia serva confidente del Cardinale, a cui faceva anche le funzioni di direttrice dell'Harem, Franchi s'accorse della vecchia che stava seduta filando seta. E siccome gli sembrò cosa straordinaria tale occupazione in casa d'un prete che vive nell'ozio per la maggior gloria di Dio (guardate sacrilegio!) Franchi, dico, si avvicinò, corrugò le ciglia e piantò due occhi di falco sul ceffo della vecchia, che se non possedevano l'acuta virtù d'un pugnale, ferivano però come un pugnale Gaudenzio (perchè altri non era la vecchia), atterrito dallo sguardo del formidabile nemico, impallidì, (e ce ne voleva per far impallidire quella faccia avvinata)! tremò di tutta la persona e s'inginocchiò boccone davanti il Volontario. - "Cima di birbante! (esclamò Martino) e sei proprio tu! Tu finalmente e vestito da donna, scorpione!" E Masina, Cantoni, Peralto, Brusco accorsi alla gioconda notizia, che si propagò in un baleno nella moltitudine, sulla stessa sedia, ove stava seduto il collo torto, lo innalzarono, e trasportarono in trionfo fuori del palazzo.
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