E chi nel 48 non avrebbe ricoverato un prete, un liberatore?
Poichè liberatori erano i preti nel 48. Il Sommo, il Santo, forse in una delle più squisite ispirazioni del demonio, avea progettato alcune delle velleità de' suoi antecessori, cioè: non di liberare ma di unificare queste sparse membra dell'irrequietissima famiglia italiana sotto l'impero delle chiavi. E stava fresca l'Italia se unificata dai negromanti! Ciò certamente avrebbe prolungate le sue miserie ed il suo servaggio per alcuni secoli.
Gaudenzio dunque avea osservato che dopo d'essere perseguitato e poi abbandonato dalla folla capitanata da Franchi, chi succedeva a questo nelle funzioni di capo-popolo, o piuttosto di capo-bimbi, poichè, come abbiam detto, la folla dei maggiori d'età erasi dileguata e solo rimaneva quella dei monelli e dei giovani imberbi, era il nostro Cantoni al cui fianco, seguendolo come la propria ombra, veniva l'inseparabile Ida. Il gesuita birbante non aveva perduto il sangue freddo, in tutto l'ardore del battibuglio, che seguì la sua ascensione sul bucefalo, e mentre la faceva da vittima, sporgendo il collo torto sul destro lato, egli non mancava di adocchiare da ogni parte, e capacitarsi dello stato delle cose.
Un incidente, che poi ebbe esito fatale, aveva distolto il Franchi e la maggior parte dei Volontari dallo spettacolo Gaudenziano: un alterco era succeduto tra Tommaso Risso e Ramorino, ambi ufficiali di(28) Montevideo, ed ambi valorosissimi: Risso avea sferzato Ramorino sul volto in un momento di furia, e Gaudenzio nell'anima sua perversa avea sorriso sull'avvenuto, sembrandogli già di vedere sul volto degli antagonisti la piacevole fisionomia d'un cadavere.
| |
Sommo Santo Italia Franchi Cantoni Ida Franchi Volontari Gaudenziano Tommaso Risso Ramorino Montevideo Risso Ramorino Gaudenzio
|