Il prete s'è appropriato il monopolio in tutte le più solenni circostanze della vita, e vive grassamente, e voi, canaglia! sudate e portate l'obolo nella sua bottega per la maggior gloria di Dio. Poi gridate ai quattro venti, che siete popolo civilizzato! Il prete è ministro di Dio, il prete, almeno lo dice e voi lo credete, con Dio confabula, ne riceve il suo mandato di prete, l'autorità sua, i suoi attributi. E voi lavorate, gregge! sudate sul vertice dei marosi dell'Oceano, e se non portate la decima al prete, se la vostra donna con lui non consolasi della vostra assenza, voi andrete all'inferno: - sempre gregge! canaglia!
Eran sei in quella tetra mattinata di novembre sulla spianata di Cesena; quattro, dopo d'aver con una punta di pugnale segnata una riga sul terreno, contavano venticinque passi, percorrendo una perpendicolare alla linea suddetta. Gli altri, due col sigaro acceso, sembravano aspettare con impazienza il termine dell'operazione dei quattro.
Con impazienza essi anelavano al mortale momento: Ramorino non potendo più vivere sotto l'incubo d'un oltraggio: Risso, senza dubbio, pentito d'aver vilipeso un fratello, ma troppo altiero per confessar la sua colpa, era pure impaziente di terminare, comunque fosse, la terribile situazione e farla finita.
La distanza è segnata: i padrini, mesti nel volto e dopo d'avere inutilmente sollecitato un accomodamento, presentano ad ogni competitore un fucile.
Un fucile? diranno i duellanti scandalizzati - e perchè no? un fucile, quando si ha voglia di ammazzarsi, basta che sieno armi uguali, e poi sia pure un cannone.
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Dio Dio Dio Oceano Cesena Ramorino Risso
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