Dimodochè con 24 ore di riposo essa sarebbe forse stata ristabilita da poter seguire il corpo dei Volontari, e l'uomo a cui essa si trovava vincolata per la vita, ora più che dall'amore il più fervido, da gratitudine immensa.
Ma così non doveva essere; appena rinvenuta dallo stordimento, e quando essa cominciava a prender qualche riposo, noi l'abbiam veduta rapire proditoriamente, ed involata dal dissoluto seguace di Loyola, rimanendo assolutamente in suo potere in una carrozza.
Il lettore crederà forse che dopo tutte le tenerezze usatesi vicendevolmente da Cortlin e da Gaudenzio, quest'ultimo, conformandosi agl'impegni presi sì enfaticamente col compagno, volesse condurgli in casa la bella Bolognese. Ma nemmen per sogno! Il gesuita, padrone d'Ida, non l'avrebbe ceduta nemmeno al Santo Padre.
E vi pare che sia quella creatura da cedere a chicchessia? ruminava tra sè il birbante. Un angelo simile! E che non valgo io forse un'eminenza, da non poter come quei signori tener una vergine per adorarla?
E qui stimolato dalla libidine, e profittando dello stato sonnacchioso, in cui eran caduti i malandrini compagni, egli inchinò il suo volto di serpe sulla bocca imbavagliata d'Ida e tentò baciarla.
Non l'avesse mai fatto: rinvenuta dallo stupore, e pressochè conscia dell'infelice suo stato, la prigioniera parve elettrizzata dal fulmine, ed un pugno sì solenne cadde sul ceffo dell'impudente chercuto, da fargli comparire la vettura come una stanza stellata, ed il sangue suo, massimo dal naso, imbrattò la sua schifosa sottana da farlo sembrare un macellajo, anche nella poco illuminata carrozza.
| |
Volontari Loyola Cortlin Gaudenzio Bolognese Ida Santo Padre Ida
|